Prendendo spunto dalla importante produzione legislativa che negli ultimi anni ha inciso profondamente il sistema finanziario, con l’introduzione di principi generali di forte impatto - ad esempio, la formalizzazione costituzionale del principio di equilibrio di bilancio, con la riforma dell’art. 81 e la modifica dell’art. 97 Cost. - ma anche con la disciplina minuziosa, da parte del legislatore statale, della contabilità degli enti autonomi (regioni ed enti locali), il lavoro di approfondimento scientifico, da un lato, evidenzia la valorizzazione ordinamentale degli istituti della finanza e della contabilità pubblica, i quali trovano evoluzione fino a vedere riconosciuta la centralità del bilancio (dei documenti di bilancio, attraverso cui si realizza la decisione di economia e finanza) quale strumento fondamentale dell’azione di finanza pubblica e dell’amministrazione finanziaria, quale strumento di raccordo tra la finanza statale e la finanza europea, quale elemento essenziale e finanche condizionante il principio di buon andamento della pubblica amministrazione (di cui all’art. 97 Cost.). Sotto altro aspetto, lo studio osserva criticamente l’azione del legislatore statale volta – sulla base di una interpretazione eccessivamente estensiva, e non sempre convincente, dei valori costituzionali di armonizzazione dei bilanci pubblici e di coordinamento della finanza pubblica - a disciplinare in modo pervasivo (ultra regolamentare) il sistema contabile delle regioni e degli enti locali, e ne evidenzia: da un lato, la difficile compatibilità con i principi autonomistici stabiliti in Costituzione; e, da altro lato, la problematica congruenza con l’impostazione generale, come detto, valorizzativa del bilancio e degli strumenti di decisione finanziaria. I quali, negli enti territoriali, subiscono ridimensione nella disciplina legislativa stabilita dallo Stato e conoscono (segnatamente, i bilanci delle regioni) interventi anche profondamente incisivi da parte della Corte costituzionale, la quale, in particolare sulle questioni che investono profili finanziari, si mostra incline ad assecondare la tendenza espansiva del legislatore statale. La ricerca analizza, inoltre, le elaborazioni della giurisprudenza costituzionale, rimarcandone i profili di carattere evolutivo (pur rilevando gli aspetti non sempre condivisibili delle ricostruzioni giurisprudenziali); e, comunque, evidenzia il ruolo della Corte costituzionale quale organo di “controllo” e di garanzia degli equilibri di bilancio.
La triste parabola dell'autonomia contabile degli enti territoriali. Se la Corte costituzionale decide sugli stanziamenti di bilancio / Sambucci, Lio. - In: FEDERALISMI.IT. - ISSN 1826-3534. - ELETTRONICO. - (2016), pp. 1-60.
La triste parabola dell'autonomia contabile degli enti territoriali. Se la Corte costituzionale decide sugli stanziamenti di bilancio
SAMBUCCI, Lio
2016
Abstract
Prendendo spunto dalla importante produzione legislativa che negli ultimi anni ha inciso profondamente il sistema finanziario, con l’introduzione di principi generali di forte impatto - ad esempio, la formalizzazione costituzionale del principio di equilibrio di bilancio, con la riforma dell’art. 81 e la modifica dell’art. 97 Cost. - ma anche con la disciplina minuziosa, da parte del legislatore statale, della contabilità degli enti autonomi (regioni ed enti locali), il lavoro di approfondimento scientifico, da un lato, evidenzia la valorizzazione ordinamentale degli istituti della finanza e della contabilità pubblica, i quali trovano evoluzione fino a vedere riconosciuta la centralità del bilancio (dei documenti di bilancio, attraverso cui si realizza la decisione di economia e finanza) quale strumento fondamentale dell’azione di finanza pubblica e dell’amministrazione finanziaria, quale strumento di raccordo tra la finanza statale e la finanza europea, quale elemento essenziale e finanche condizionante il principio di buon andamento della pubblica amministrazione (di cui all’art. 97 Cost.). Sotto altro aspetto, lo studio osserva criticamente l’azione del legislatore statale volta – sulla base di una interpretazione eccessivamente estensiva, e non sempre convincente, dei valori costituzionali di armonizzazione dei bilanci pubblici e di coordinamento della finanza pubblica - a disciplinare in modo pervasivo (ultra regolamentare) il sistema contabile delle regioni e degli enti locali, e ne evidenzia: da un lato, la difficile compatibilità con i principi autonomistici stabiliti in Costituzione; e, da altro lato, la problematica congruenza con l’impostazione generale, come detto, valorizzativa del bilancio e degli strumenti di decisione finanziaria. I quali, negli enti territoriali, subiscono ridimensione nella disciplina legislativa stabilita dallo Stato e conoscono (segnatamente, i bilanci delle regioni) interventi anche profondamente incisivi da parte della Corte costituzionale, la quale, in particolare sulle questioni che investono profili finanziari, si mostra incline ad assecondare la tendenza espansiva del legislatore statale. La ricerca analizza, inoltre, le elaborazioni della giurisprudenza costituzionale, rimarcandone i profili di carattere evolutivo (pur rilevando gli aspetti non sempre condivisibili delle ricostruzioni giurisprudenziali); e, comunque, evidenzia il ruolo della Corte costituzionale quale organo di “controllo” e di garanzia degli equilibri di bilancio.File | Dimensione | Formato | |
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